Vinitaly, assessore Caputo lancia il modello Campania: “vitigni autoctoni, enoturismo e branding regionale per competere sui mercati esteri”

“Un nuovo modello Campania per competere sui mercati internazionali, valorizzando i nostri vitigni autoctoni, promuovendo i percorsi enoturistici e investendo sul branding regionale per rafforzare l’identità e la riconoscibilità dei vini campani. Puntiamo sull’estrema qualità, sulla sostenibilità e sulla crescita costante delle esportazioni, interrotta solo dall’emergenza sanitaria”.

Parte da Vinitaly la sfida al mercato estero lanciata dall’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, in occasione della conferenza stampa di apertura della 54esima edizione.

“I nostri vini a marchio, 19 Dop e 10 Igp, sono sempre più apprezzati nel panorama internazionale. Secondo una recente analisi Nomisma, il fatturato export dei vini campani è passato dai 42 milioni nel 2015 agli oltre 52 milioni nel 2020, ad eccezione della prevedibile flessione registrata nel corso della pandemia. Stiamo definendo nuove strategie, a partire dalla razionalizzazione delle nostre denominazioni di origine e dal Distretto unico del vino campano, come riferimento esclusivo dell’intera filiera per convogliare finanziamenti e azioni di crescita, essere più competitivi e programmare interventi strategici per stimolare la crescita del comparto enologico. I nostri vini – continua Caputo – si distinguono per specificità, storia e qualità, oltre a rappresentare l’abbinamento ideale per gli ingredienti della Dieta Mediterranea”.

Cresce l’interesse per i percorsi enoturistici campani, un fenomeno che conferma il trend nazionale e che abbraccia anche Procida Capitale italiana della Cultura 2022.

“Il vino non è solo una eccellenza enogastronomica, ma è soprattutto un ambasciatore del nostro territorio: contiene tutta la storia, la passione e l’unicità della Campania. Valori ed emozioni che incoraggiano l’enoturismo, inteso nella sua più ampia accezione di esperienza in cui la degustazione di vino si abbina alla conoscenza della cultura e delle tradizioni di una regione a vocazione vitivinicola. Basti pensare che ad oggi, in Italia, si contano circa 15 milioni di enoturisti ogni anno con un giro di affari di circa 2,65 miliardi di euro. Una nuova ripartenza per la Campania del vino – conclude l’assessore Nicola Caputo – creando un modello virtuoso e generando una maggiore capacità attrattiva nei confronti dei turisti, grazie all’impegno della Regione Campania e in particolare del presidente Vincenzo De Luca, che ha sempre posto il settore vitivinicolo al centro dell’azione promozionale della Regione Campania”.

Programma

Un ricco programma di degustazioni, workshop e focus scientifici, impreziosito da 220 cantine regionali e 4 masterclass tematiche, con un range rappresentativo dei diversi consorzi, condotte da giornalisti e noti wine experts: corsi dedicati alle eccellenze dei bianchi con Robert Camuto del Wine Spectator, agli spumanti campani con la guida dell’Ambassadeur du Champagne Chiara Giovoni, ai rossi autoctoni con la giornalista enogastronomica Leila Salimbeni, al nuovo trend dei rosati con la digital expert Adua Villa, in abbinamento a ricette finger food e ingredienti campani dello chef due stelle Michelin Giovanni Solofra del ristorante Tre Olivi di Paestum.

Nell’ampio padiglione, curato dalla Regione Campania – Assessorato all’Agricoltura e Assessorato alle Attività Produttive – in collaborazione con UnionCamere Campania, gli stand delle aziende campane raggruppati in 5 corridoi distinti, in base ai territori di produzione: Irpinia, Sannio, Cilento-Costa d’Amalfi, Terra di Lavoro e Napoli.

Protagonista degli spazi comuni è l’area centrale – denominata “Piazza Campania” – accogliente open space che comprende: Enoteca Regionale, che offrirà degustazioni al pubblico in formula continua con il supporto dei sommelier specializzati dell’Ais Campania, i vini a marchio dop e igp regionali; sala “Procida”, che ospiterà tutti i giorni degustazioni guidate e masterclass; sala “Vesuvio”, che accoglierà presentazioni di numerosi progetti sui vitigni autoctoni campani, con la partecipazione di professori universitari ed esperti del settore.

Nel corso delle 4 giornate, previsti anche 6 diversi appuntamenti B2B – incontri professionali con buyer esteri provenienti da Canada, nord Europa, USA, Regno Unito e Asia – a cui parteciperanno 60 aziende campane con la presentazione di una ampia selezione di etichette. Inoltre, durante l’orario di pranzo, avranno luogo degustazioni dei bianchi campani, in abbinamento con la Mozzarella di Bufala Campana dop, e degli spumanti con la Colatura di Alici di Cetara dop e con i tartufi campani di stagione. E non solo.

Una importante novità: la presentazione dei numerosi progetti scientifici in corso – finanziati con fondi europei dalle misure del Psr 2014-2020, Assessorato all’Agricoltura – dedicati ai temi della sostenibilità e della viticoltura 2.0.

Tra questi, il progetto Grease che analizza i sistemi di coltivazione del Greco di Tufo in relazione ai cambiamenti climatici; ViteResZero, incentrato sulla gestione dei vigneti a residuo zero e uso innovativo delle risorse idriche; Vibris, progetto sperimentale che punta a dare vita a vini bianchi longevi e di elevata qualità sensoriale; Favvini, studio sulla specificità delle uve Falanghina; Innfares, progetto dedicato allo studio della Falanghina del Sannio in sei diversi areali. E non solo.

In programma anche focus sui vigneti eroici e storici dell’Alberata Aversana e sul vitigno Camaiola, la varietà recentemente iscritta al Registro nazionale delle varietà di vite da vino. Un vitigno coltivato esclusivamente nella provincia di Benevento, nell’area di Castelvenere, che fino ad oggi era erroneamente identificato con il “barbera” di origini piemontesi. Recenti studi, invece, hanno dimostrato l’assoluta originalità del vitigno autoctono, ora denominato Camaiola.

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